Il restauro della Pala d’altare della Madonna dell’Aiuto fu eseguito in occasione dell’anno giubilare 2000, quando l’amministrazione comunale di Fiera di Primiero decise di ripristinare le corone della pala d’altare dell’omonima chiesa del paese, che erano state rubate anni prima, lasciando “storpiato” un quadro tanto venerato dalla gente del paese.

Particolare del quadro in cui si notano i fori lasciati dallo strappo delle corone rubate

Nel ricercare la ditta adatta ad eseguire tale compito fummo interpellati, ci venne chiesto di produrre una relazione dettagliata su come avremmo avuto intenzione di operare per eseguire il lavoro, specificando le tempistiche previste, gli strumenti e le tecniche che avremmo previsto di utilizzare. Nostro stupore e soddisfazione fu il sapere di essere stati scelti per procedere alla realizzazione di tali gioielli.

Alcuni strumenti utilizzati per la realizzazione dei gioielli

Mai prima d’allora ci eravamo cimentati su di un’opera del genere che ci portò a lavorare diversi mesi, inizialmente per ricreare gli strumenti d’epoca, utilizzati per fabbricare i gioielli rubati e che ci sarebbero serviti per ottenere la stessa fattura sulla realizzazione di quelli nuovi.

Le corone vennero ridisegnate partendo da foto e illustrazioni d’epoca, poi, con l’aiuto dei fori e dell’impronta delle precedenti sulla tela del quadro, vennero dimensionate correttamente; a questo punto, con i disegni in scala si procedette creando dei mascherini in cartone rigido, utilizzati prima per avere il colpo d’occhio del risultato e poi come vero e proprio stampo per riportarne la silouette dell’oggetto sulla lastra da sbalzare. Per comodità ogni corona venne scomposta in gruppi di riccioli, pratica che permise maggior manipolabilità e incremento della qualità generale.

Test di posa delle corone in corso d’opera

Le corone vennero realizzate completamente con la più classica ed artigianale delle tecniche orafe ossia lo sbalzo e cesello su lamina d’oro, diversamente il ciondolo ebbe una costruzione caratterizzata da cerchielli in lastra, saldati assieme a fare da supporto alle gemme e decorati con foglie sbalzate.

Nel corso della realizzazione degli oggetti preziosi si è dovuto affrontare anche un problema di carattere prettamente estetico, che riguardò la difficoltà nel comprendere l’esatta colorazione di alcune delle gemme di cui erano adorni i gioielli; tale difficoltà ci ha portato, per alcuni pezzi, a dover scegliere delle pietre sintetiche per potersi avvicinare alla sfumatura di colore delle gemme antiche, in quanto presso nessuna fonte si faceva menzione della natura delle pietre preziose applicate ai gioielli.

Alla fine dei lavori si decise, per questioni di sicurezza, di proteggere frontalmente il quadro con un vetro anti sfondamento, coadiuvato sul retro da una piastra metallica su cui le corone e il ciondolo, dotate di perni, andavano imbullonate, il tutto per impedire il ripetersi dell’azione dolosa che le vide strappate dalla tela con un cacciavite.

Grande soddisfazione ci portò il giorno in cui, sistemati i gioielli, riportammo il quadro sulla pala d’altare, seguiti con attenzione e curiosità da un piccolo gruppo di fedeli, che festeggiarono il ripristino dell’opera con applausi e qualche lacrima.

 

Corona della Madonna terminata, pronta per la posa

Corona di Gesù terminata, pronta per la posa

Ciondolo della Madonna terminato, pronto per la posa

Dettaglio della lamina di fissaggio, posta dietro al quadro, che in accoppiata con un vetro anti-sfondamento costituiscono gli ausili di sicurezza

Il quadro completo, riposto nella cornice pronto per essere riportato in gloria sulla pala d’altare